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Gay & Bisex

L'esperimento DUE (Ultima Parte)


di Mitchell
10.12.2012    |    6.905    |    5 9.3
"Era quasi l'ora del tramonto e la brezza che proveniva dal mare emanava un profumo inebriante..."
Cercammo ad ogni modo di prenderla il meglio possibile e dopo una prima fase di rifiuto totale, decidemmo di concentrarci sulle ricerche nella speranza, magari vana, di rintracciare i mandanti che avevano fatto di noi due attori hard gay. La strada più concreta da seguire fu quella di andare a parlare col direttore dell'Hotel Marco Polo, quello dove si era svolta la preselezione dei candidati all'esperimento. Era una persona anziana molto simpatica e disponibile e ci ricevette senza problemi. "Quindi voi vorreste sapere chi ha prenotato la sala congressi il giorno 24 agosto" "Esattamente" risposi io e il direttore continuò "Anche ammesso che io abbia il suo nominativo in archivio non potrei dirvelo per motivi di privacy" "Ma noi abbiamo assolutamente bisogno di rintracciare quelle persone!" esclamò Julio. "Per quale motivo?" "Sono stati scorretti, si sono comportanti male..." replicai. "Male in che senso? In cosa consisteva l'esperimento?" "Beh, questa è una domanda troppo personale signor direttore...". "Allora, facciamo una cosa -riprese lui- io adesso guardo tra i registri se c'è il nome della persona che state cercando. Ma potro' solo dirvi c'è o non c'è, non potro' dirvi il nome..." "Io ci guardammo complici e annuimmo con un "Ok". Dopo aver scartabellato le prenotazioni inerenti a molti mesi prima arrivò alla data interessata. "Si, c'è!" confermò il direttore. Provai a fare quel nome per avere una conferma o meno..."Jack Corsari?" "Ma allora lo sapete già, non c'era neanche bisogno che voi veniste qui..." replicò lui. "E il nome della persona che si è presentata in videoconferenza quella sera, ma non sappiamo altro!" disse Julio. "Forse lei sa dirci di più, signor direttore...C'erano delle telecamere nella sala congressi e il Corsari poteva vedere. Saranno rimaste registrate le connessioni col luogo di partenza della videoconferenza!" "No, è impossibile, usiamo connessioni adsl e non le monitoriamo, sono troppe, tutti i clienti dell'Hotel le usano, poi risalgono a mesi e mesi fa, impossibile risalire..." Io e Julio ci guardammo ancora amareggiati e sconsolati mentre il direttore non vedeva l' ora di liberarsi della nostra presenza. "Ragazzi, è stato un piacere. Ora vi devo congedare perchè ho molto da fare. E' in arrivo una comitiva di turisti giapponesi e devo controllare che tutto sia in ordine. Mi rattrista il fatto che rimarrete con la vostra cusiosità. Ma se è una cosa che vi sta molto a cuore vi consiglio di rivolgervi a un buon avvocato, a lui sapremmo dare informazioni più dettagliate, anche solo il numero di iban di chi ha eseguito il bonifico per pagare l'affitto della sala...". Ci strinse la mano e ci fece uscire dalla porta. Una volta tornati in strana Julio, molto deluso disse "Siamo punto e a capo, avremmo dovuto immaginarlo...". "Non ci rimane che andare da un avvocato, i soldi ce li abbiamo!" "Senti, io mi vergogno ad andare da un avvocato...Dovremmo raccontargli tutto...Te la senti? Io proprio per niente" "Hai ragione, è imbarazzantissimo. Pero' potremmo rivolgerci a quei legali che ci sono su internet. Costano anche meno. Gli spieghiamo senza scendere toppo nei dettagli come sono andate le cose e gli chiediamo se quello che abbiamo firmato vale davvero come liberatoria oppure no" "Perfetto" replicò Julio.
E così facemmo. Spedimmo una mail a uno dei tanti studi legali on line spiegando alla bene meglio i fatti e allegando la copia pdf del contratto che avevamo firmato. Ci risposero il giorno stesso comunicandoci che il caso era stato preso in esame e che occorreva versare tramite bonifico la somma di 100 Euro al numero di iban indicato per avere la risposta. Eseguimmo il bonifico e attendemmo. E la risposta arrivò.
"Gentile Signor Gandini, dalla Sua pratica non emergono presupposti salienti per potere agire giuridicamente verso la società o le persone che hanno organizzato l'operazione. Firmando il contratto che mi ha trasmesso per via telematica e che qui ho esaminato, Lei ha dato la concessione dell'uso proprio per la diffusione delle Sue immagini sollevando l'esecutore da ogni responsabilità. Di poco conto sarebbe cercare di rifarsi sul cavillo della dicitura in minuscolo a fondo pagina. Essendo un file pdf era Suo compito nonchè Suo dovere leggerlo attentamente prima di firmare, in quanto con l'ingradimento il testo appare nella sua totale completezza. RingraziandoLa per essersi rivolto al nostro studio Le mando i miei più cordiali saluti.
Avv. Gino Baraldi".
"Nooooo! FANCULO BARALDI! esclamammo quasi in coro dopo aver letto la mail. "Merda! Lo sapevo che avrebbe risposto così -imprecò Julio- questi avvocati online fanno cagare. Ce ne vorrebbe uno tosto, di quelli che ti fanno vincere la causa a tutti i costi!" "Si, di quelli che ti spennano vivo -dissi io- poi magari gli altri hanno avvocati ancora più potenti e dopo aver perso la causa dovremmo pagare anche le spese processuali, senti lasciamo perdere, siamo stati fottuti, dobbiamo chiuderla qui". Julio mi seguiva attentamente mentre parlavo ma quei suoi occhi azzurri puntati su di me non facevano altro che alimentare il desiderio. "Vabbè, abbiamo perso, prendiamola su -disse- Del resto poi qual'è il vero problema? Ti da forse fastidio esaltare la fantasia di chi si masturba mentre visiona i nostri video clip? Del resto ci hanno pagato un bel pò di soldi, anche agendo scorrettamente" "Me ne fotto dei gay che si segano guardando me e te! Noi non ci seghiamo forse guardando qualche bella figa che si sditalina o che viene scopata? Il problema è l'altro! Se dei nostri amici o conoscenti delle nostre ragazze ci sgamano sai la figura di merda??" "Abbi fiducia, non succederà. Le probabilità che ciò accada sono davvero minime. Vado a casa. Facciamoci una bella dormita su e tutto andrà meglio, vedrai". Lo accompagnai alla porta e prima di uscire mi salutò dicendomi "A domani" e gli risposi anch'io "A domani". In effetti ci vedevamo tutti i giorni, eravamo diventati molto legati.
Più avanti avremmo coinvolto le nostre ragazze per uscire tutti insieme anche se la sua lei non la sopportavo proprio, sia per i modi di fare, sia per un altro fattore: lei poteva baciare Julio e io no!
Con il passare del tempo notai che la bramosia verso Julio si stava intensificando e accanendo. Non era più delimitata dalla voglia di un bacio, sentivo un'intensa voglia di stringerlo forte a me, di respirare il profumo della sua pelle,di respirare il suo respiro.Questo era il bruciante segreto che mi portavo dentro, un fardello pesante per la mia mente. Non so quanto avrei potuto resistere ancora senza condividere con lui quel mio stato d'animo.
Una sera andammo a bere qualcosa in un pub io e lui. Mi piaceva stare solo con lui anche se non potevo toccarlo, mi piaceva nutrirmi delle sue parole qualunque cosa dicessero, adoravo alimentarmi della sua energia positiva che mi faceva stare bene anche solo avendolo accanto. Quella sera gli chiesi una cosa: "Come hai fatto a trovare il mio indirizzo mail? Mi sono sempre dimenticato di chiedertelo..." Sorrise e poi
mi disse: "E' stata dura, ci ho messo l'intera notte a cercare tutti gli Ivan su twitter, e quando trovai la tua foto feci TOMBOLA!" Sorrise di nuovo e io gli risposi: "Pensa che qualche settimana prima avevo cercato anch'io di contattarti..." Su twitter o facebook?" "No, non mi era venuto in mente quello. Scrissi direttamente al cast dell'esperimento se potevano mandarmi il tuo numero di cellulare..." "Hai scritto al cast dell'esperimento??" "Si..." "E cosa ti hanno risposto?" "Nulla! Non l'hanno neanche ricevuta la mia mail, mi è tornata indietro...". "Ah! Ma perchè volevi ricontattarmi?" Gli risposi laconicamente "Così" poi mi chiusi in un mutismo assoluto continuando a bere la mia ceres. "Ivan che ti succede? Ti vedo strano, pensieroso. Che hai? Non dirmi che è per la storia dei clip porno che ormai il colpo l'abbiamo attutito credo". Volevo dirglielo, ma non potevo. Volevo ma non ci riuscivo. Lo guardai teneramente rispondendogli "Non c'è niente, te lo assicuro" "Puoi dirmi qualunque cosa, fidati di me, dai dimmi che c'è!" "Lo sai che..." "Che??" "No...non ci riesco proprio..." Mi strinse un braccio con la mano e stavolta me lo chiese in tono imperativo "DIMMELO!" "Ho voglia di baciarti! Una maledetta voglia, scusami, non volevo dirtelo, scusami! Non sono gay ma quando ci siamo baciati quel giorno qualcosa in me è rimasto" "Provi attrazione per me?" "Non è attrazione, non mi sfiora l'idea di fare sesso con te, assolutamente, ma ti bacerei, bacerei solo te, non bacerei nessun altro ragazzo, non ero gay e nemmeno lo sono diventato" "E adesso come si fa?" "In che senso?" "Io...non ho voglia di baciarti, mi dispiace dirtelo, non era mia intenzione ferirti...Tanto poi si sa come vanno a finire queste cose..." "Che sai? Come vanno a finire?" "Beh prima il bacio, poi non ti basterebbe più un bacio, vorresti passare ad altro..." "No! Ti ho detto che non ho nessuna voglia di fare sesso con un ragazzo..." "Lo dici adesso, ma poi? Sei in grado di mantenere stabile la tua non attrazione verso un maschio?" Julio non mi staccava lo sguardo di dosso e si era commosso, vedevo i suoi occhi lucidi. "Perchè hai gli occhi lucidi?" gli chiesi. Guardò in basso senza rispondere. Glielo richiesi "Non me lo vuoi dire?" ma continuava a restare muto. "Vabbè scusa,
credo di aver rovinato la nostra amicizia, lo sapevo che dovevo stare zitto, non ci azzecco mai..." Julio tirò su il viso e mi sorrise "Non hai rovinato nulla -disse- mi spiace solo di non poterti essere d'aiuto" "Dai, andiamo a casa che forse è meglio" replicai io. Non ci dicemmo più una parola prima di arrivare a casa mia. Stavo per scendere dalla sua auto ma dopo aver spento il motore mi prese per un braccio sussurrando: "Vorrei che ci salutassimo per bene" "Cioè?" "Cioè, vorrei esaudire quel tuo desiderio come amico. Non mi ha fatto schifo quel giorno e non mi farà schifo adesso" "Vuoi baciarmi, qui sotto casa mia?" "No. Voglio che tu baci me. Quel giorno eravamo obbligati a farlo, adesso no, e voglio capire se cambia qualcosa...". Mi avvicinai a lui e dopo avergli messo una mano attorno al collo presi a slimonarlo, quello che avevo tanto desiderato si era avverato. Piansi persino e le mie lacrime caddero anche sulle sue labbra che imperterrite continuavano a scambiare saliva nella mia bocca. Fu un bacio splendido, di quelli che nella tua vita capita raramente di dare a qualcuno. Dopo qualche minuto si staccò dandomi un'intensa carezza sulla guancia. "Ti è piaciuto?" mi chiese. "Da morire -risposi- e a te?". Ma lui non rispose. Accese la macchina dicendomi "Buonanotte". Rimasi lì nel freddo guardando la sua auto allontanarsi con i miei più cupi pensieri e con un altro fiume di lacrime. Ero quasi sicuro l'avesse fatto più per pietà che per amicizia ma il sapore delle sue labbra mi euforizzò e mi concesse di lasciarmi andare a una sega che durò più di una mezzora con un'esplosione finale talmente potente da far sembrare risibile quella avuta a letto con Julio il giorno dell'esperimento. Poi il sonno si prese cura di me.
La mattina dopo, a mente lucida, realizzai che quel bacio era stato il mio ultimo contatto con Julio. Confessandomi con lui avevo posto fine alla nostra amicizia e mi sarei morso le dita, le mani, le braccia per averglielo detto, avrei sbattuto la testa contro il muro o contro qualcosa di ancora più duro per punirmi. Quel bacio l'avrei pagato caro. Sarebbe stato un milione di volte meglio continuare a essere solo amici, almeno avrei potuto trascorrere ancora tanto tempo con lui. Come da programma quel giorno non mi chiamò ed ero sicuro che non l'avrebbe mai più fatto. Quella notte non riuscii a dormire neanche un minuto, l'idea di avere perso Julio mi stava facendo impazzire. Il giorno dopo vegetai invece di vivere, mi ubriacai invece di mangiare e uscii per strada facendo un giro a piedi, ma chi mi vedeva camminare avrebbe visto una specie di zombie al posto mio.
I miei per fortuna erano andati a sciare e non mi avrebbero beccato in quello stato, sarebbe stato molto imbarazzante. Alla sera mangiai perchè avevo un gran buco nello stomaco, solo per quello, non perchè avessi fame. Poi lo straccio di nome Ivan si buttò sul letto e si addormento' esausto e stremato per il suo stato psicofisico. Erano le 22 quando riaprii gli occhi e li riaprii per un suono fastidioso e incessante che proveniva dal mio cellulare. Risposi senza guardare chi fosse..."Pronto" dissi con una voce che proveniva dall'oltretomba "Ivan, sono Julio! Sei a casa?" il mio cuore fibrillò sentendo la sua voce e risposi balbettando "Si... sono a casa" "Dobbiamo vederci, subito, devo parlarti! Puoi uscire adesso?" Mi tirai su dal letto e mi alzai in piedi di scatto. "Si, ma se vuoi puoi venire da me, i miei non ci sono..." "Ok, tra poco sarò lì!" e riattaccò. Cazzo, mi chiesi, cosa poteva essere successo? Quella chiamata mi preoccupò essendo completamente imprevista. Tempo cinque minuti suonò il campanello e io gli aprii. Entrò senza salutarmi, con le lacrime agli occhi e fu lui a chiudere la porta di casa sbattendola prepotentemente. Mi prese il maglione dal davanti aggrappandosi con forza e cominciò a urlarmi addosso: "Che cazzo mi hai fatto?? Eh??? Un incantesimo?? O nella tua saliva c'era un elisir d'amore???" "Che vuoi dire Julio, non ti capisco! Perchè piangi?" "Piango perchè provo attrazione per te! Un'attrazione senza limiti di sorta!!" "Mi stai prendendo in giro??" "NO, ti sto dicendo la verità. Non ho dormito un cazzo stanotte! Quello che si fa cinque scopate con la donna a settimana stanotte non ha dormito pensando a te, aveva desiderio di te, solo di te! E sono andato anche in bianco con lei stasera perchè non me fregava un cazzo di scoparla. Volevo te!" "Sei sicuro di quello che dici?? Non mi stai prendendo in giro?" "Perchè credi ti stia prendendo in giro? Non vedi come sono messo??" Cadde in ginocchio aggrappandomi ai miei pantaloni e si strinse forte alla mia gamba singhiozzando, piangendo, come non avevo mai sentito nessuno piangere". Gli accarezzai i capelli e lo implorai "Non piangere più!" Ma non la voleva finire. Mi abbassai verso di lui raggiungendogli il viso e glielo strofinai col mio. Le sue lacrime per me furono come manna che scende dal cielo, non l'avevo mai vista la manna, probabilmente si era materializzata nelle lacrime di Julio. Com'era stato possibile questo repentino cambiamento dentro di lui? Cosa provava per me? Ma soprattutto io cosa provavo per lui? Quella sua visita mi spiazzò come le cose che disse. Mi sentivo come in bilico tra un precipizio e il paradiso e non sapevo più cosa rispondergli. Ma lui si riprese, si alzò, prese un fazzoletto per soffiarsi il naso e asciugare le lacrime. Non piangeva più, era diventato molto, ma molto serio e disse: "Non piangerò più te lo prometto!" "Ma non mi ha dato per niente fastidio vederti piangere" "Ha dato fastidio a me! Comunque sono qui per proporti qualcosa che non so se accetterai..." "Cosa??" "Ripetere l'esperimento! E non su un letto in un posto sconosciuto. Sul tuo letto o il mio e stavolta senza nessuno che ci guardi. Soli tu e io!" "E cosa dovremo fare?" "Le stesse cose che abbiamo fatto la prima volta e fissando la durata del tempo in una mezzora esatta" "Perchè vuoi fare questo?" "Perchè così forse riuscirò a capire cosa provo per te e tu per me! Accetti?" "Certo che accetto, pensavi di no?" "Allora sabato i miei vanno a una festa da amici in campagna e dormiranno da loro. Ho la casa libera se vuoi venire!" "Certo che voglio" "Allora ci sentiamo sabato per pianificare l'orario in cui verrai" "Ma oggi è solo martedì. Non vuoi che ci vediamo in questi giorni?" "No! Avremo tempo per meditare e anche per accrescere il desiderio, ammesso che sia un desiderio e non qualcosa di anomalo ciò che si è creato dentro di noi...Ti chiamo sabato. Ciao!" Julio uscì sbattendo la porta lasciandomi lì come un coglione. Prima ero io quello che provava qualcosa di indefinito per lui ma ora Julio con la sua richiesta mi aveva
messo in ginocchio del tutto, di fronte a me stesso e ai miei desideri che consideravo campati in aria. L'idea di ripetere l'esperimento era stata geniale. Noi su di un letto nudi e soli era un'immagine che mi faceva accaponare la pelle. Sapevo che sarebbe stato un gioco da cui non se ne usciva indenni. Si o no e da parte di entrambi. Se ci fosse stato anche solo un no, la partita sarebbe stata persa, per tutti e due. Quei giorni senza Julio non mi servirono per meditare ma solo per accrescere la passione. Averlo tutto per me in un letto sarebbe stata la più grande utopia fino a quel momento e cominciai ma capire il suo ragionamento quando fece quel discorso nel pub. Non mi sarei più accontenato di un bacio soltanto, avrei voluto sempre di più, aveva perfettamente ragione. Mi masturbai almeno una volta al giorno in attesa della sera cruciale. E la sera cruciale arrivò. Alle 21 del sabato suonai a casa sua. Mi aprì con un sorriso smagliante al quale fece seguire: "Hai avuto ripensamenti?" "Perchè avrei dovuto averne?" risposi. "non si sa mai..." replicò poi mi prese per mano trascinandomi verso la sua stanza. E lì mi abbracciò violento, passionale, determinato e incollò il mio viso al suo strusiandosi forte. Poi le bocche cercarono le bocche e labbra e lingua ebbero un sodalizio. L'esperimento era solo un protesto, lo avevo immaginato, era un alibi, una scusa. Ma per gioco lo iniziammo spogliandoci completamente e ci buttammo sul letto e bevemmo ancora dalle nostre labbra, bevemmo ognuno il nettare della bocca dell'altro e il tempo in quel frangente era una dimensione sospesa, un punto immobile in cui potevamo soffermarci a nostro piacimento. Dopo avere estratto gentilmete la sua lingua dalle mie labbra Julio disse: "Ci mettiamo in quella posizione in cui eravamo là?" Avevo capito e anuii. E Prendemmo le sembianze di un 69 per iniziare la fase successiva. Ognuno si trovò a pochi centimetri dal viso il cazzo duro dell'altro, già decisamente indurito e lubrificato dagli umori naturali. Prese a segarmi e io ricambiai. I nostri uccelli non avevano più quell'odore inebriante dovuto alll'essenza del bagnosciuma utilizzato nelle docce prima dell'esperimento. Ma un profumo ancora più afrodisiaco ed eccitante, il nostro odore vero, maschile e porco al tempo stesso. La mano di Julio generava in me paradisi artificiali in cui sarebbe stato poco rimanerci per l'eternità. Julio ruppe il silenzio: "Ti ricordi la battutina che facesti quel giorno quando ero in questa posizione?". Io Arrossii perchè mi ricordavo perfettamente e annuiii senza proferire parola. Guardavo Julio mentre mi sorrideva e così, come se nulla fosse si infilò la mia cappella tra le labbra succhiandomela strategicamente. Non me l'aspettai e feci un guizzo con le gambe e il bacino provando un meraviglioso e inaspettato piacere. Provai sensazioni che non potrei mai descrivere perchè ogni descrizione risulterebbe inadeguata. Io avevo il suo cazzo lì, a portata di bocca, durissimo e bagnatissimo e fu come un invito. Un invito a infrangere le regole, i falsi pudori e le false remore. Lo inghiottii d'istinto senza provare il minimo senso di ribrezzo. Priorità assoluta ricambiare il piacere che mi stava donando. E il mio bocchino fu apprezzato perchè anche se continuava a succhiarmi, senza aprire la bocca emise gemiti sovrannaturali e di totale apprezzamento. Da quel momento non ci staccammo più accelerando le mani e la potenza del risucchio. Sentivo il suo precum diffondersi sulla mia lingua e mi divertiva passargliela sulla punta per capire la quantità emessa. Eravamo senza controllo, molto vicini al confine del piacere assoluto.
Venimmo quasi contemporaneamente, sbuffando, soffiando, sbraitando come animali selvatici.
Ci sborrammo in gola e bevemmo tutto. E bevemmo molto perchè si sapeva che sia io che Julio avevamo eiaculazioni esagerate. Quel sapore di solito ignoto a noi uomini si rivelò piacevole, gustoso e accattivante. Questo pensavo mentre stavamo tenendo ancora tra le labbra il frutto del peccato dopo averlo svuotato di tutto il suo succo. Julio risalì poi verso il cuscino e prese a slimonarmi con foga. Quel bacio chimico, definito dalle nostre salive e dal nostro sperma, aveva un un gusto così gradevole che fu difficile staccarci. Non volevamo tornare nel mondo reale, volevamo continuare a vivere quel sogno. "E adesso che sara' di noi?" chiesi dopo essermi congedato temporaneamente dalle sue labbra. "Io sono entrato in un tunnel. Sta a te decidere se chiudere i due ingressi e rimanere dentro con me...". Mi limitai a rispondere "Considerali sigillati!". Mi sorrise e mi baciò di nuovo finchè non ci addormentammo.

Quella la fu la prima di tante volte che dormimmo insieme dopo aver fatto l'amore. Affittammo anche una stanza senza dirlo a nessuno e spesso ci ritrovavamo lì per sfogare il bruciante desiderio reciproco. A nessuno di noi vene mai in mente di commentare gli esiti dell'esperimento svolto a casa sua quella sera. ll risultato fu palese come palese fu tenere soffocato dentro di noi il declinare del verbo amare che mai
pronunciammo. Nostro malgrado tenemmo parallele le relazioni con le nostre ragazze nonostante per loro provassimo oramai poco più che niente ma eravamo giunti a un punto di non ritorno. Il doppio gioco non faceva per noi anche se eravamo abili nel recitare la nostra parte etero.

Un giorno, dopo aver dato buca alle nostre ragazze che ci volevano partecipi dei loro patetici giri in centro per shopping io e Julio decidemmo di fare due passi sulla spiaggia per goderci il tepore dell'inizio primavera . Era quasi l'ora del tramonto e la brezza che proveniva dal mare emanava un profumo inebriante. Dovevamo decidere come mollare le nostre ragazze, ormai era giunto il momento, la farsa non poteva più continuare. "Diciamo a loro la verità?" mi chiese Julio "Sarebbe più corretto, ma preferirei di no. Diciamo semplicemente loro che non le amiamo più..." "Tutti e due la stessa la balla? Non è sospetto, così in contemporanea?" "In effetti hai ragione. Allora tu le dici che ami un'altra e io le dico che mi sono stancato di lei" "Sara' sospetto comunque, loro si sentiranno per telefono e capiranno di essere state mollate nello stesso momento..." "E' stato un grosso errore farle conoscere!" "L'abbiamo fatto per restare più tempo insieme, ricordi?" "Già, allora che si fa? Vuoi continuare così?" "No, non ho neanche più voglia di baciarla, nè di scoparla..." "Anch'io, anch'io non provo più niente per lei, provo solo per te! Mi dai un bacio qui, tanto non c'è nessuno..." "Veramente guarda là in fondo, qualcuno sta camminando in questa direzione..." "Si, ma sono così lontani che non si accorgeranno di nulla. Dammi un bacio poi ce ne andiamo prima che quelli siano qui" "Julio mi abbracciò fortissimo, tanto da farmi male e attaccò le sue labbra alle mie mordendole, succhiandole, irrorandole. I suoi baci erano ipnotici e la sua bocca una droga. Il bacio che doveva durare qualche secondo alla fine durò qualche minuto senza che ce ne accorgessimo. Ci staccammo quando sentimmo una voce di donna alle nostre spalle.
"Che bella sorpresa! Colti in fragrante!" fece la voce di Elisa, la donna di Julio. "L'avevo detto che c'era qualcosa che non mi quadrava" replicò la mia ragazza, Ivana. Elisa rincarò la dose: "Vi si leggeva negli occhi che eravate innamorati!" "Cosa ci fate voi qui? Non dovevate andare a fare shopping?" chiese ironico Julio. "Abbiamo cambiato idea e abbiamo preferito fare due passi sulla spiaggia...Un'idea comune a quanto pare..." replicò Ivana. "Già, si potrebbe anche dire com' è piccolo il mondo..." replicai con un sorriso per niente irretito per essere stato beccato dalle nostre donne, anzi ero quasi felice lo avessero scoperto da sole.
Elisa riprese: "E da quanto va avanti questa farsa?? Dal giorno dell'esperimento?? La cabina della realtà virtuale? Che cavolata immane. Vi hanno insegnato a prenderlo nel culo invece, non è vero??" "No! Replicò con disprezzo Julio, quello è toccato ad altri e invece questo tocca a te!" Julio non era il tipo da picchiare una donna ma le diede una sberla così forte che non osò più pronunciare una parola. A Ivana invece ci pensai io dopo che due parole troppo offensive uscirono dalle sue labbra e precisamente: "Luridi froci!" Diventai una belva che concentrò tutta la sua forza bruta nella mia mano. La voglia accanita di farle del male si materializzò sul suo viso. Entrambe scoppiarono a piangere e scapparono via.Io e Julio ci sentimmo liberi, più leggeri del vento, più leggeri di quelle nuvole che volavano in cielo e sembravano stessero lì complici di noi. Io e Julio ci guardammo e scoppiammo a ridere. Gli ultimi raggi arancioni della grossa palla di fuoco all'orizzonte diedero delle incredibili sfumature ai capelli biondi di Julio.Era bellissimo mentre continuava a
ridere senza contenersi. La mia fame nei suoi confronti in tutti quei mesi non si era per niente affievolita, anzi provavo per lui sempre qualcosa di più. Guardammo in aria richiamati dai versi dei gabbiani sopra di noi. E ci demmo la mano seguendo il canto di quei bianchi esseri alati che volavano alti. Sembrava un inno alla gioia per il nostro amore, un amore imprevisto, inatteso. Un amore diverso, nato per caso e per gioco durante un esperimento. Non ce l'avevamo più con chi l'aveva organizzato. Sia io che Julio ci saremmo inginocchiati davanti a loro dicendo grazie per quello che ci avevano regalato. Grazie. Solo una parola. E non avrebbe mai potuto esprimere pienamente la nostra riconoscenza.
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